La gestante si recava presso il Pronto Soccorso dell’ospedale per dolori pelvici.
Veniva richiesta una consulenza ginecologica e il tracciato effettuato evidenziava delle irregolarità.
Nonostante questo i medici la rimandavano al domicilio con la prescrizione farmacologica per una settimana.
Trascorso questo tempo la signora si recava nuovamente all’ospedale per la comparsa di perdite di sangue e veniva sottoposta a una nuova consulenza.
Il tracciato si confermava irregolare.
Nuovamente i medici la rimandavano al domicilio con la richiesta di presentarsi nel pomeriggio.
Diligentemente la signora seguiva le indicazioni dei medici e ripresentatasi veniva sottoposta ad accertamenti che confermavano le precedenti problematiche.
L’equipe di ostetricia non considerava tali dati e propendeva per un parto naturale.
Una successiva amnioscopia metteva in evidenza la diffusione di mecomio (feci del neonato) nel liquido amniotico.
Soltanto dopo 4 ore dall’esame e l’esecuzione di numerosi altri esami strumentali che continuavano a indicare una sofferenza fetale, il gruppo d’ostetricia si decideva a eseguire un taglio cesareo.
Ormai però era troppo tardi.
Il bambino nasceva in arresto cardio respiratorio e veniva trasferito presso il reparto di rianimazione dove decedeva dopo poche ore.
Se si fosse proceduto ad un tempestivo taglio cesareo il bambino avrebbe avuto la vita salva.
La sfida di portare il risarcimento del danno al cliente è stata particolarmente ostica perchè la famiglia, in prima battuta, aveva vinto il primo grado in sede penale con altro difensore, ma i medici avevano interposto appello e pertanto non era seguito alcun risarcimento del danno.
Il cliente doveva continuare a sostenere elevatissimi costi per ottenere giustizia e i medici e l’ospedale ovviamente non provvedevano al risarcimento dei danni.
Dopo che i medici avevano interposto appello nella fase penale, ed era stata concessa l’istruttoria per la rivisitazione del caso, il cliente mi contattava.
Analizzavo il caso assieme allo staff medico legale e decidevo di assumere il mandato.
Aprivo il contenzioso civile depositando ricorso per ATP (ex art. 696 bis cpc)
A seguito della consulenza tecnica d’ufficio positiva, transavo con la compagnia assicurativa che provvedeva al risarcimento.
Nel frattempo in ambito penale veniva ribaltato il risultato del primo grado e i medici venivano assolti.
Nonostante la sconfitta in ambito penale con altro difensore, siamo riusciti in ambito civile ad ottenere il risarcimento del danno pari ad Euro 470.000
Se hai bisogno di aiuto, non esitare a contattarmi. Ti risponderò entro 24h. Oppure, se hai fretta, chiamami ora.
Tel: 320 4144329
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