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Errore Medico Nefrologia

Caso Famiglia S.
avvocato responsabilità medica

Introduzione al caso

Il caso in esame tratta di un soggetto femminile di 51 anni che era affetta da un'insufficienza renale acuta ed evidente stato anemico. Nonostante gli svariati accertamenti, non veniva posta la corretta diagnosi e di conseguenza somministrata la dovuta terapia. Questo ha comportato il decesso della paziente.
Processo civileResponsabilità medica
Durata3 anni e 3 mesi
AvvocatoFrancesco De Lorenzo

La paziente veniva ricoverata per 3 giorni per una grave insufficienza renale acuta ed uno stato anemico.

Gli esami effettuati confermavano le criticità.

In particolare modo, veniva effettuato una radiografia toracica che metteva in evidenza un addensamento ai polmoni.

Di conseguenza,  veniva diagnosticato un focolaio broncopolmonitico e prescritta la somministrazione di antibiotico.

A quel punto, ci si sarebbe attesi la somministrazione di una terapia per curare l’addensamento polmonare e la ripetizione della radiografia al torace.

In realtà i medici non ripeterono l’esame strumentale, perciò non furono in grado di verificare che le terapie avessero effetto ed eventualmente di diagnosticare la patologia della paziente.

Nonostante la paziente si sentisse male, contro la sua volontà, venne dimessa.

La paziente chiedeva ripetutamente al primario di essere ricoverata ma le sue richieste furano disattese e veniva addirittura effettuata una consulenza psichiatrica.

A distanza di un paio di giorni le condizioni di salute precipitavano e la paziente tossiva sangue.

Ella si recava quindi nuovamente in ospedale, dove prima di essere ricoverata in rianimazione, veniva sottoposta finalmente alla ripetizione della radiografia toracica.

L’esame evidenziava la presenza di un esteso addensamento del diametro di 17cm nel polmone destro. 

A quel punto, non c’era più nulla da fare, le condizioni della paziente erano ormai compromesse.

Dopo aver lottato tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione, il mattino successivo alle ore 7,30 la paziente esalava il suo ultimo respiro.

Se fosse stato ripetuto tempestivamente l’RX torace, si sarebbe potuto verificare il peggioramento del focolaio broncopolmonitico e pertanto intervenire tempestivamente con il corretto approccio terapeutico. 

Sfida

In ambito penale, la consulenza del pubblico ministero aveva messo in evidenza che, nonostante le ripetute negligenze, la paziente sarebbe morta lo stesso.

La nostra sfida era riuscire a ribaltare l’esito della consulenza tecnica del pubblico ministero e dimostrare che con una differente e corretta condotta medica si sarebbe potuto salvare la vita della paziente.

Il nostro Processo

1. Parere Medico Legale

Inizialmente lo staff medico legale ha dato parere positivo all’azione risarcitoria, riscontrando condotte colpose del personale sanitario per errata diagnosi. 

2. Apertura del contenzioso

A quel punto, provvedevo ad aprire il contenzioso scrivendo all’ASP competente chiedendo il risarcimento del danno in favore dei miei clienti.

3. Fase transativa

Tale fase non si concludeva con un risarcimento ma con il rigetto da parte dell’ASP delle richieste dei miei assistiti. L’Asp riteneva che i propri medici avessero seguito le linee guida e i protocolli allora vigenti e pertanto negavano il risarcimento.

4. Fase Giudiziale

In considerazione del fallimento della trattativa,  il nostro staff medico, composto da autorevoli professori era in totale disaccordo con le conclusioni dei medici dell’ospedale. Per questo motivo, provvedevo a portare il contenzioso in tribunale. Questo comporta l’importanza di avere uno staff medico composto da autorevoli esperti nel campo della medicina legale.

I legali dell’ospedale continuavano a negare le responsabilità nel decesso della paziente sostenendo che la stessa era affetta da una grave e rara malattia incurabile.

Risultato

Grazie alle mie competenze, a quelle dello staff medico legale e ai consulenti tecnici del tribunale, dopo 2 anni e mezzo di intensa battaglia legale, abbiamo fatto emergere la verità e ottenuto un risarcimento del danno per Euro 733.642,42.

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